Quanto si può…?

download“Oltre un certo punto non è più possibile salvarsi”: il corpo umano è tarato per vivere in condizioni ben precise, al di là delle quali la vita è preclusa.
Quali sono quindi i limiti più evidenti del nostro essere e del nostro fare?
I limiti dell’essere, ovvero i limiti funzionali, sono le condizioni che, se non rispettate, possono portare ad un danno del nostro organismo o alla morte.
I limiti del fare, o limiti prestazionali, sono invece i muri oltre i quali non possiamo spingerci.
Uno dei parametri fondamentali per la sopravvivenza di un uomo è la temperatura: dell’aria, dell’acqua e, di conseguenza, quella del corpo.
la temperatura dell’aria: immaginando un uomo che si trova a camminare in pieno deserto, è lecito domandarsi fino a che punto egli potrà sopportare il calore. I ricercatori dicono che una persona sana e robusta può addirittura resistere fino a 150 gradi centigradi, non oltre, però, i 10 minuti. Oltre questo tempo massimo, infatti, si collassa, poiché l’organismo non è più in grado di termoregolarsi. In realtà, in un deserto non si arriva mai a queste temperature (probabilmente il massimo registrato sulla Terra si è avuto nel 1913, nella Valle della Morte negli Stati Uniti d’America, dove la colonnina di mercurio toccò i 57 gradi centigradi), tuttavia, può capitare di trovarsi per esempio circondati dalle fiamme a causa di un incendio, mediante il quale le temperature possono subire crescite notevoli: le fiamme, in particolare, hanno una temperatura compresa fra 1700 e 2500°C.
la temperatura dell’acqua: Quando il Titanic affondò molte persone finirono in mare, con una temperatura vicina allo 0. Resistettero pochi minuti, poi sopraggiunse l’inevitabile ipotermia. Siccome l’acqua sottrae calore al corpo si può stimare di resistere in acque fredde (circa 4°C) per non più di 30 minuti. La confusione mentale sopraggiunge quando la temperatura del nostro corpo si aggira intorno ai 34-35 °C. A 26°C il cuore cessa di battere. Gravi problemi, però, possono presentarsi anche quando il nostro organismo accumula troppo calore: in questo caso la temperatura limite è di 42°C; ecco perché, in caso di influenza, la priorità è quella di mantenere bassa la temperatura.
Immaginiamo ora una nuova situazione: prendiamo in considerazione una persona che viene a trovarsi su un’isola deserta e non ha idea di come procurarsi acqua e cibo. Quanto può resistere? Secondo gli scienziati, l’acqua è fondamentale per la sopravvivenza del nostro corpo. Dunque, se non diamo modo alle cellule di idratarsi regolarmente, la morte sopraggiunge in circa una settimana. Si resiste di più alla fame – su per giù 45 giorni – tuttavia quando si è perso il 30% del proprio peso cominciano i guai seri.
Altri limiti di resistenza riguardano il sonno: non esistono dati scientifici che indichino un limite fisiologico a riguardo, in quanto, sebbene un individuo forte nella volontà possa imporsi di resistere al bere e al mangiare, prima o poi cederebbe al sonno. Quello che sappiamo è che ad ogni notte saltata le prestazioni generali dell’individuo calano, i sensi e la coordinazione vengono meno, fino a raggiungere gravi disturbi di personalità dopo circa 8 giorni; nulla che non si possa recuperare con un bel sonno ristoratore.
Possiamo resistere al rumore? Fino ad un certo punto. I 90 decibel costituiscono il limite di sicurezza, mentre arrivare a 120 dB significa raggiungere la soglia del dolore. Il rumore provocato dal decollo di un aereo è vicino ai 185 dB, soglia che può anche essere mortale se si formano degli emboli d’aria. Ricordiamo che una conversazione a voce bassa raggiunge i 30/40 dB ed equivale ad una risposta psico-fisica di quiete. Con i 70 dB di telefono e televisione o radio ad alto volume entriamo già nel range della sensazione di fastidio. Rumori come quelli di un clacson, di una sirena, di armi da fuoco o quelli prodotti dalla metropolitana, possono arrivare anche a 110 dB e creare emicranie o capogiri.

Fonti: spigolature scientifiche, focus, ask the doc, scienze naturali

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