SPAZIO: L’ULTIMA FRONTIERA…DELLA MODA ?!

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L’odierna tecnologia ci ha permesso di raggiungere risultati che non ci saremmo mai aspettati e, come è sempre stato, il progresso non si ferma mai!download

La NASA ha recentemente annunciato, con una certa fierezza, che sta lavorando alla creazione di nuove, e soprattutto alla moda, tute spaziali: le BIO-SUITS che permetteranno ai futuri astronauti di essere, oltre che esteticamente più belli, anche molto più funzionali nell’esecuzione delle loro attività nello spazio vuoto.

Dimenticatevi quello che sapete, o credete di sapere, sulle tute spaziali perché studenti, professori e collaboratori del “Massachusetts Institute of Technology” (MIT) insieme alla NASA stanno attuando una vera e propria rivoluzione in questo campo.

Le parole d’ordine quando si parla di BIO-SUIT sono funzionalità e sicurezza, fattori fondamentali se pensiamo di dover mandare nello spazio delle persone la cui vita dipende in tutto e per tutto da qualche centimetro di tessuto.

Le tute esistenti, che oggi tengono in vita gli astronauti sulla Luna, sono già delle meraviglie tecnologiche. Sono effettivamente delle mini-astronavi che assicurano l’ossigeno, il controllo termico e la pressione di cui gli umani hanno bisogno per sopravvivere nel vuoto. Il loro difetto più grande è la rigidità: tutti i loro componenti le rendono difficili da indossare e impossibilitano molti movimenti.

Infatti la caratteristica peculiare di queste nuove tute è che saranno molto più elastiche, aderenti e più comode! Ciò garantirà agli astronauti di avere un’agilità nei movimenti mai vista prima sia per poter meglio muoversi e lavorare all’esterno della Stazione Spaziale Internazionale, ma anche per poter reagire più prontamente a situazioni di emergenza.

A questo punto un domanda sorge spontanea: come faranno delle tute cosi aderenti a mantenere al loro interno le condizioni ideali alla sopravvivenza dell’astronauta?

La rivoluzione sta proprio in questo: gli scienziati stanno lavorando su un particolare tipo di tessuto al cui interno potranno applicare delle nanotecnologie, quasi impercettibili al tatto, che garantiranno tutta la pressione e il calore necessari al corpo (ad esempio basandosi direttamente sulla pressione che l’elasticità del tessuto esercita sulla pelle).

Oggi un piccolo strappo nella tuta spaziale (anche se il rivestimento è molto rigido) è sinonimo di morte quasi certa per l’astronauta poiché non vi è alcuno strumento per riparare la tuta senza perderne l’efficienza, ma “domani” non sarà più così. Per la BIO-SUIT infatti si stanno elaborando dei sistemi di riparazione temporanea (delle sorte di bendaggi-ipertecnologici) che appena applicati andranno a “tappare” eventuali lacerazioni della tuta mantenendo in condizioni ottimali pressione e calore all’interno di essa.

Altra caratteristica fondamentale di una tuta spaziale è lo “zaino” che contiene l’ossigeno, oggi molto pesante e ingombrante tanto da limitare i movimenti e affaticare inutilmente l’astronauta. Per le nuove tute si sta lavorando su nuovi tipi di “zaini” più leggeri ma anche più efficienti e capienti sui quali però non abbiamo ancora sostanziali informazioni.

Inoltre le BIO-SUIT presenteranno un particolare tessuto che permetterà al vapore acqueo, naturalmente emesso dal nostro corpo, di fuoriuscire dalla tuta ma mantenendo l’aria all’interno. Questo permetterà di avere tute più “fresche” e confortevoli senza rinunciare alla sicurezza.

Queste e moltissime altre nuove funzioni saranno aggiunte alle tute spaziali: come dice Dava Newman, ingegnere impegnato nel progetto, “le possibilità sono infinite: perché addirittura non aggiungere alla tuta dei propulsori che possano dare all’astronauta velocità e agilità fuori dal comune?”.

 

Fonti: www.nasa.gov

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