L’ultimo viaggio di Cassini

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La sonda Cassini, dopo un’avventura durata 20 anni, ha portato a termine la sua missione. Abbandonandosi all’atmosfera di Saturno, con un’immersione finale durante la quale ha raccolto dati fino all’ultimo minuto, il 15 settembre 2017 alle 13:54 ora italiana, 83 minuti dopo il contatto con l’atmosfera la sonda si è disintegrata.

Questo tuffo è l’ultimo della lunga serie di acrobazie fra gli anelli del pianeta iniziata nell’Aprile 2017.

La manovra finale è stata voluta e decisa proprio in virtù delle eccezionali scoperte fatte dalla missione. Cassini ha inviato sulla Terra le immagini dei monti e dei fiumi di idrocarburi della più grande luna di Saturno, Titano, e i dati che indicano che i ghiacci di un’altra luna, Encelado, nascondono un oceano che potrebbe ospitare la vita.

Distruggere la sonda significa, quindi, evitare che un’eventuale collisione possa distruggere l’ambiente di questi mondi, compromettendo future scoperte.

 

La sonda Cassini è  tra i più grandi satelliti per esplorazioni planetarie mai costruiti: alto 6,7 metri, con un diametro di circa 4 metri, (grande come un pullman a 30 posti).
Compito principale della sonda, che prende il nome dall’astronomo italiano Gian Domenico Cassini (autore della scoperta di 4 satelliti di Saturno), era studiare Saturno, i suoi anelli e satelliti e depositare su Titano il lander Huygens, sonda  che, una volta espulsa dalla madre e atterrata sulla luna, avrebbe effettuato a sua volta rilevamenti e test chimici.

Grazie al suo successo la missione è stata estesa per ben 3 volte e negli anni ci ha permesso di avere immagini incredibilmente dettagliate di Saturno, scoprire un oceano sotto Encelado (uno dei suoi numerosi satelliti), osservare il cambiamento delle stagioni sul pianeta e facendoci fare tantissime altre scoperte durante le sue 294 orbite in 13 anni.

Visione Mistica Cassini
La sonda Cassini, in prossimità della sua ultima meta: l’atmosfera di Saturno

 

Dopo il lancio, avvenuto il 15 ottobre 1997 in Florida, per sette anni Cassini ha attraversato il Sistema Solare portando ‘sulle spalle’ il suo preziosissimo passeggero, il lander Huygens, destinato ad esplorare Titano.
La sua prima tappa è stata l’incontro ravvicinato con il gigante del Sistema Solare, Giove, con l’obiettivo di sfruttare la gravità del pianeta per avere la spinta necessaria per raggiungere Saturno, incontro che avvenne solo nel 2004 con l’ingresso della sonda nella sua orbita.

Da quel momento scoperte affascinanti, accompagnate da foto mozzafiato, hanno cominciato ad arrivare al centro di comando sulla Terra. Le prime immagini immortalavano gli anelli di Saturno, preziosi per la ricerca perché considerati un modello in miniatura del disco originario di gas e polvere che circondava il Sole, dal quale, 4,5 miliardi di anni fa è nato il Sistema Solare.

Nel 2005 è stata la volta della  discesa su Titano del lander Huygens dell’Esa. Cassini ha poi proseguito la sua avventura solitaria attraverso anelli e lune di Saturno, riuscendo a scoprire la presenza di uno degli elementi più preziosi per la vita, l’acqua.

Le immagini dei geyser di Encelado e poi i dati hanno confermato che sotto i suoi ghiacci questa luna nasconde un oceano di acqua liquida capace di ospitare forme di vita. Proprio per non contaminare queste lune, e per permettere a future missioni di esplorarle, si è deciso di deviare l’orbita di Cassini per farla cadere attraverso l’atmosfera di Saturno.

All’inizio del 2010 Cassini ha iniziato la sua ultima missione, della durata di sette anni, in cui ha potuto osservare i cambiamenti stagionali di Saturno e Titano. La decisione presa dalla NASA era quella di consumare tutto il carburante durante le esplorazioni, in modo tale da farle fare un tuffo finale nell’atmosfera del pianeta.

Pensando a Huygens (Eugenio per gli amici)
Gli anelli di Saturno, studiati dalla sonda nei suoi 13 anni di orbita

 

L’aprile scorso, ha avuto inizio la fase finale della missione, nota come “Gran Finale”, costituita da una serie di 22 orbite tra il pianeta e i suoi anelli, portando ad osservazioni ravvicinate di quest’ultimi.

Ecco una lista delle importanti scoperte raccolte in questa missione:

  • Ha permesso di tracciare mappe della gravità e dei campi magnetici di Saturno, rivelando la sua composizione interna e aiutando a risolvere il mistero della sua velocità di rotazione.
  • Ha migliorato la nostra conoscenza sui materiali che formano i suoi famosi anelli, portandoci più vicini a capire le loro origini.
  • Ha individuato particelle di ghiaccio disperse nell’atmosfera.
  • Con l’aiuto di Huygens ci ha mostrato la luna più grande di Saturno, Titano, come uno dei satelliti più simili alla Terra mai incontrati.
  • Ci ha permesso di “viaggiare nel tempo”, dandoci la possibilità di vedere i processi fisici che si trovano alla base dello sviluppo del nostro sistema solare.
  • Ha aiutato a trovare modi innovativi per utilizzare le navicelle spaziali e i loro strumenti.

Un’ultima curiosità: questa sonda rappresenta una grande collaborazione tra NASA, ESA (European Space Agency) e ISA (Italian Space Agency); la NASA si è occupata dell’organizzazione e di costruire la sonda, l’ESA ha promosso il lander Huygens, mentre l’ISA ha realizzato molta strumentazione di bordo, tra cui i sensori stellari per l’orientamento della sonda durante tutta la missione.

Riepilogo della missione

Cassini overview slide
Questo grafico riassume i 13 anni di orbita attorno a Saturno, con i suoi sorvoli ravvicinati delle lune, raggruppati in colonne per ogni fase della missione. Le orbite del “Gran Finale” sono racchiuse nel rettangolo rosso. In basso abbiamo i sorvoli di diversi satelliti del pianeta, e alla fine, la rappresentazione delle stagioni nell’emisfero nord di Saturno.

 

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