I benefici della musica

Chi di noi non ha mai ascoltato la musica per rilassarsi dopo una giornata piuttosto faticosa, per caricarsi prima di una gara importante o per tirarsi su il morale? Sono molteplici gli effetti benefici che questa può avere su di noi ed oggi ne vedremo alcuni.

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Già in tenera età, grazie ad una ricerca canadese, si è scoperto come la musica può aiutare i neonati prematuri ad acquisire ottime abitudini alimentari per permettere l’aumento del peso. Oltre a rilassarli e calmarli, la musica consente ai bambini di sviluppare capacità creative e intellettive e, in particolar modo, influisce sull’apprendimento della matematica.

 

Quale musica è più idonea all’incremento di queste facoltà?

Sicuramente la musica classica, in particolare Mozart, potrebbe essere d’aiuto, in quanto ricorda il battito cardiaco materno e i suoni prodotti all’interno dell’utero che favoriscono il sonno dei piccoli. È importante anche la scelta della musica da ascoltare durante i nove mesi di gravidanza perché, anche se può sembrare assurdo, dal secondo trimestre in poi il feto è in grado di ascoltare suoni musicali. E’ dunque opportuno evitare canzoni piuttosto eccitanti, poiché la musica aiuta lo sviluppo cerebrale del feto.

 

Però gli anni passano, i bambini diventano grandi ed è necessario praticare un’attività sportiva.

Quanto ci credereste se vi dicessimo che la musica può avere degli effetti positivi anche nelle prestazioni atletiche? Ebbene sì, secondo una ricerca londinese guidata dal dott. Karageorghis, la musica riesce a distrarci a tal punto che diminuisce la sensazione di affaticamento e rende invece evidenti aspetti positivi dell’umore, come ad esempio l’euforia, facendo diventare l’allenamento più piacevole.

Grazie ad altri studi si è potuto dimostrare come la musica aumenti i livelli di prestazione, rendendola più proficua.

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Molto spesso ci capita di entrare in contatto con ragazzi esagitati: anche in questo campo la musica può esserci d’aiuto. Infatti, secondo uno studio condotto nel 2008, l’ascolto di brani con un messaggio profondo favorisce comportamenti collaborativi da parte dei ragazzi in questione nei confronti di altre persone.

 

Ma la musica può agire in modo più concreto per quanto riguarda l’alfabetizzazione.

Una ricerca americana del 2009 ha potuto constatare come imparare a leggere le note e suonare uno strumento già in tenera età possa sviluppare nei ragazzi capacità di lettura, permettendo così l’incremento dell’alfabetizzazione.

È pur vero che, a causa di uno studio pubblicato su Nature nel 1993, tutt’oggi si pensa che studiare musica possa migliorare il QI e quindi renderci più intelligenti. Il noto ‘Effetto Mozart’ (10 minuti al giorno di Sonate di Mozart possono aumentare le proprie capacità spazio temporali), in realtà, è stato smentito da due ulteriori studi condotti da Samuel Mehr, ricercatore dell’Università di Harvard.

A dire il vero, questo fenomeno agisce sul nostro stato emotivo, fisico e mentale e dunque permette di modificare le diverse patologie di cui un essere umano è affetto. Ciò accade dal momento che la musica può influire sul modo di percepire lo spazio attorno a noi e, dunque, si può ipotizzare che la musica mozartiana sia in grado di organizzare in qualche modo i circuiti neuronali di alimentazione nella corteccia cerebrale, soprattutto rafforzando i processi creativi dell’emisfero destro associati al ragionamento spazio-temporale.

 

Perché è stata scelta proprio la musica di Mozart? Quest’ultima è ricca di frequenze alte, le quali danno energia al cervello e gli permettono di potenziare l’apprendimento, la concentrazione, ecc.

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Spesso, per quanto riguarda i più anziani, l’ascolto di musica molto gradita dal soggetto in questione può migliorare, oltre che l’umore, il recupero di alcune funzioni linguistiche e sonore perse in seguito a lesioni cerebrali.

Potrebbe essere d’aiuto anche circa le patologie cardiache, in quanto riduce il battito cardiaco e abbassa la pressione sanguigna.

Inoltre, una musica energica e soprattutto gradita permette l’espansione dei vasi sanguigni, consentendo una migliore circolazione del sangue.

L’ascolto prolungato può aiutare a prevenire, ad esempio, la perdita dell’udito dovuta all’età: uno studio dimostra come un musicista di 70 anni abbia una facoltà uditiva paragonabile a quella di un 50enne non musicista.

 

Ma la musica non aiuta solo gli umani: anche le piante sono condizionate dal tipo di suoni che percepiscono.

Secondo una ricerca, infatti, le piante cresciute con un accompagnamento musicale lounge appaiono verdi e rigogliose, leggermente protese verso la fonte musicale.

A quanto pare, anche nel mondo degli affari il sottofondo musicale risulta indispensabile in quanto incoraggia certi tipi di acquisti. Ad esempio, ascoltare musica francese in un negozio di vini vi persuaderà ad acquistare i prodotti, per l’appunto, francesi.

 

Dunque occhi ben aperti e, soprattutto, orecchie tese!

 

 

Sitografia:

 http://www.focus.it

 

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