Venere

Astro più luminoso dopo la luna, visibile poco prima dell’alba o poco dopo il tramonto, Venere è uno dei pochi corpi celesti ben noti all’umanità sin dai tempi antichi e ha da sempre suscitato meraviglia negli uomini che lo hanno osservato splendere nel cielo notturno.  È il secondo pianeta più vicino alla nostra stella, il Sole, intorno al quale orbita a una distanza media di 108 milioni di chilometri. Spesso viene definito il “gemello” della Terra, ma usare questo termine per descriverlo è alquanto inappropriato e ora cercheremo di capire il perché.

 

Per iniziare, diamo un’occhiata ad alcune caratteristiche del pianeta.

Venere è, come la Terra, un pianeta roccioso, ossia composto per lo più di roccia e metalli. Il raggio del pianeta è di 6052 km e la sua massa è l’81,5% di quella terrestre. Questi valori donano al pianeta una gravità in superficie pari all’88% della gravità terrestre. Tuttavia, nonostante all’apparenza possa sembrarlo, Venere non è il pianeta fisicamente più simile alla Terra: tra i pianeti rocciosi, infatti si trova all’ultimo posto per valore ESI (Earth Similiarity Index, ossia “indice di similarità terrestre”).

Persino la Luna risulta essere più simile alla Terra di Venere, e non è neanche un pianeta.

 

L’orbita di Venere risulta essere quasi perfettamente circolare, con un periodo di 224,7 giorni. Particolarità di questo pianeta è che su di esso un giorno dura più di un anno: per ruotare su se stesso impiega infatti 243 giorni. Si pensa che ad avere causato questa peculiarità sia stato lo scontro con un grosso corpo celeste che abbia rallentato se non addirittura invertito la rotazione del pianeta. Inoltre, più il tempo passa più il moto di rotazione diventa lento. È interessante notare che, a differenza della maggior parte dei pianeti del sistema solare, Venere ruota in senso orario: se ci potessimo trovare su di esso (cosa che, come vedremo in seguito, non ci piacerebbe però provare) vedremmo il sole sorgere ad ovest.

Venus

 

Analizzando l’atmosfera, ci accorgiamo che la pressione di questa in superficie è circa equivalente a quella presente a mille metri di profondità nell’oceano. La sua composizione è notevolmente differente rispetto a quella dell’atmosfera terrestre e, mentre sul nostro pianeta ci lamentiamo della presenza nell’aria di anidride carbonica (per un valore dello 0,0391%), su Venere il 96,5% di essa è costituita da questo composto, mentre il restante 3,5% è soprattutto azoto. Il devastante effetto serra porta la temperatura media in superficie ad essere pari a circa 464 °C; la temperatura minima raggiungibile è invece di 380 °C sulla cima dei Monti Maxwell, dove è stato osservato un interessante fenomeno atmosferico, consistente nel deposito di una sorta di neve metallica formata da quello che potrebbe essere o tellurio elementare o solfuro di piombo.

In poche parole, Venere è molto caldo e, a differenza dei pianeti senza atmosfera, riesce a trattenere efficacemente il calore. La temperatura e la pressione venusiana rendono il pianeta molto difficile da esplorare. Giusto per fare un esempio, le sonde Venera 5 e Venera 6, lanciate dai sovietici nel 1969, riuscirono ad inviare dati per circa 50 minuti a testa, prima di cadere al suolo non più funzionanti a causa di calore, pressione e gas atmosferici.

Un’altra caratteristica che contribuisce a renderlo inospitale è che l’atmosfera venusiana, a causa la presenza di ossido di zolfo, risulta anche acida. Perciò è sconsigliabile inviarci degli astronauti: nessuno vorrebbe scrivere sull’effigie tombale “Morto per asfissia, schiacciato dall’atmosfera e sciolto dall’acido”. Sulla superficie, i venti sono lenti ma abbastanza forti da spostare pietre e polveri e con l’aumentare dell’altitudine, si può arrivare ad avere venti che soffiano fino a 300 km/h.

 

Scendendo di quota, troviamo la superficie venusiana, ricca di basalti.

Un’interessante caratteristica di questa superficie è che sia costituita per l’80% da pianure vulcaniche e che conti 1500 vulcani di dimensioni medio-grandi (potrebbero inoltre esisterne fino a un milione di minori); sarebbe dunque appropriato chiamare questo pianeta la “terra dei vulcani“. Il resto della superficie planetaria è costituito da due altopiani che vengono chiamati “continenti“, uno nell’emisfero settentrionale e uno in quello meridionale. Nel complesso, la superficie venusiana risulta essere altamente pianeggiante.

Curioso è come, a detta degli esperti, la presenza di zolfo nell’atmosfera dimostrerebbe l’esistenza di fenomeni vulcanici attivi ancora oggi ma nessuna caldera visibile sia accompagnata dalla traccia di passaggio di lava.

 

Per via della sua somiglianza alla Terra per quanto riguarda la struttura e le dimensioni, si pensa che il nucleo venusiano sia ferroso. Esistono invece due diverse ipotesi per quanto riguarda la magnetosfera planetaria: essa potrebbe essere generata o dall’interazione tra gas atmosferici e gas ionizzati provenienti dal Sole o, oltre a questa interazione, anche da masse fluide caricate negativamente in moto all’interno del nucleo.

 

Nel complesso, Venere risulta un meraviglioso mondo alieno che, se avesse avuto temperatura e pressione atmosferica minori, avrebbe potuto essere ospitale per la vita. Il pianeta risulta infatti essere contenuto all’interno della zona abitabile, ossia la regione di spazio intorno a una stella in cui è teoricamente possibile che un pianeta mantenga acqua liquida in superficie. Perciò, se qualche avvenimento nel lontano passato lo avesse liberato dal giogo di un’atmosfera così pesante e lo avesse spinto a ruotare più velocemente, oggi avremmo potuto non essere soli in questo buio antro che è il cosmo.

 

Bibliografia e sitografia:

 

Treccani, enciclopedia dei ragazzi

http://archive.oapd.inaf.it/pianetav/L15_02S.html

Lascia un commento